A MILANO ARRIVA THAT’S PANARO: SAPORI DEL SUD E ANIMA URBANA NEL NUOVO FORMAT CILENTANO
In una città che non smette mai di reinventarsi, Milano si conferma crocevia di culture e tradizioni, anche a tavola. Se da un lato continua ad attrarre ristoranti internazionali capaci di raccontare i sapori del mondo – dal sushi più autentico al comfort food coreano, dai tacos messicani all’eleganza francese –, dall’altro riscopre con forza la ricchezza delle proprie radici, ospitando format che valorizzano le tante anime della cucina regionale italiana. È proprio in questa doppia anima, locale e globale, che Milano rivela il suo fascino gastronomico più autentico: una città in cui è possibile attraversare l’Italia e il mondo in poche fermate di metro, semplicemente sedendosi a tavola.
Tra le aperture che meglio incarnano questa tendenza, si distingue That’s Panaro, nuovo format gastronomico dedicato alla tradizione cilentana, pronto a portare nel cuore meneghino l’anima profonda e genuina del sud Italia. Dopo il debutto a Sorrento, That’s Panaro arriva a Milano, in Viale Piave 40 b, a Porta Venezia – quartiere simbolo di integrazione, inclusività e multiculturalismo – con un progetto che fonde cucina contadina, design e sostenibilità.
Il nome “That’s Panaro” omaggia il celebre 'o panaro, il cesto di vimini che nei vicoli di Napoli veniva calato dai balconi per ricevere la spesa: simbolo di fiducia, scambio e convivialità. Un gesto antico che oggi si trasforma in una metafora del food delivery sostenibile e consapevole, grazie a un packaging biodegradabile e a un menù pensato per accogliere ogni esigenza alimentare, con proposte vegetariane, vegane e gluten free.
Al centro del progetto, fortemente legato al concetto di filiera corta, c’è l’eccellenza delle materie prime campane: dalla mozzarella nella Mortella alla soppressata di Gioi, dal cacioricotta di capra del Cilento all’olio evo biologico, tutti prodotti certificati Slow Food e provenienti dall’azienda agricola di famiglia, Le Starze, situata nel cuore del Parco Nazionale del Cilento.
Ma That’s Panaro non è solo un luogo in cui mangiare bene. È un’ode al Cilento più autentico, reinterpretato in chiave urbana e contemporanea, grazie alla visione di Martina Di Bartolomeo, giovane imprenditrice di origini cilentane e cittadina del mondo. Dopo esperienze internazionali in Canada, California e New York, Martina ha scelto di tornare alle radici, trasformando un patrimonio culturale e familiare in un’impresa capace di dialogare con i ritmi e i valori di una metropoli come Milano.
Il menù, ideato in collaborazione con lo chef Gian Marco Carlo del ristorante Principe di Pompei, propone piatti della memoria rivisitati con creatività: panini con polpo a bassa temperatura, focacce gourmet con pancetta arrotolata e marmellata di fichi bianchi del Cilento, gnocchi alla sorrentina in versione moderna, hummus con ceci di Cicerale e zeste di limone di Sorrento. Ogni portata è pensata come una cartolina gastronomica dalla Campania, capace di evocare emozioni e storie.
Il locale, progettato dall’architetto Libia Cuomo, richiama la calda rusticità delle cucine del sud con tocchi contemporanei: panari appesi al soffitto, legno, paglia e metallo, uniti a una palette mediterranea che accoglie il cliente in un ambiente intimo e ironico, dove la tradizione dialoga con il design.
In una Milano sempre più cosmopolita anche in cucina, That’s Panaro si affianca a una galassia di insegne che raccontano le tante sfumature del gusto italiano e internazionale. I ristoranti regionali – pugliesi, siciliani, liguri, piemontesi, sardi – convivono con quelli persiani, greci, vietnamiti, brasiliani, libanesi. È il trionfo di una cucina senza confini, che da un lato mantiene vivo il legame con le terre d’origine, dall’altro abbraccia la sperimentazione e l’incontro.
Milano oggi è questo: una città dove la biodiversità si serve in tavola, dove ogni boccone può essere un ritorno a casa o un volo verso nuove scoperte. E That’s Panaro, con la sua anima cilentana e il suo cuore contemporaneo, è una delle voci più autentiche di questa sinfonia gastronomica in continua evoluzione.
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