IED A MILANO MODA GRADUATE
IED è presente a Milano Moda Graduate 2021 – evento promosso da Camera Nazionale della Moda Italiana domenica 26 settembre ore 16 - con le collezioni di quattro fashion design formatesi all’Istituto Europeo di Design: in un incontro tra tecnologia e natura c’è chi partedagli studi di anatomia peresaltare l’imperfezione del corpo;chi punta al ruolo attivo della biologia nel decorare i tessuti; chi lavora per la faccia nascosta della società (gli homeless) e strizza l’occhio al riuso,con capi-patchwork termoregolanti, richiudibili su se stessi e trasportabili; chi guarda nello specifico al mondo del lavoro operaio puntando sul funzionalismo.
In particolare:
Per la categoria Fashion Designal Palazzo della Permanente sfilano:
Giorgia Gervasoni e Valeria Nicoletti con cinque outfit dalle loro collezioni di tesi.
Per la sezione speciale YKK Italia (main partner di Milano Moda Graduate) i finalisti sono:
Luca Bianco e Andrea Annarita Mazza, che presentano un outfitdedicato agli accessori di chiusura.
Giorgia Gervasoni- Human AfterAll
L’unicità della deformazione; l’esaltazione dell’imperfezione e il suo rispetto; la ricerca tecnica in chiave sostenibile. Minimo comune denominatore è l’umano, senza genere.La collezione parte dall'analisi, dalla distruzione e dalla ricreazione de “Le Modulor” di Le Corbusier (il modulo basato su un uomo standardizzato, che è misura e canone del rapporto tra l’essere umano e lo spazio abitativo). Cosa accade, infatti, se l'unità di misura umana viene alterata prendendo a riferimento un corpo definito dall'imperfezione, come nel caso della scoliosi?
È proprio su questa mutazione, riflessa negli abiti, che indaga la studentessa Giorgia Gervasoni: si crea una spaccatura, si rompe la visione del corpo per crearne una nuova nella quale la deformazione viene apprezzata come segno di unicità, e non come difetto. Si crea quindi un nuovo modello e metodo basato sull’irregolarità, sulla deformità matematica.Ad accompagnare questa riflessione sul corpo è una scelta di tessuti e filati sostenibili, sia a livello di materia prima che di processo produttivo.
Valeria Nicoletti – Lo spessore dell’aria
Una ricerca che parte dall’obiettivo di far emergere la bellezza nei luoghi e nelle cose che sembrano non prometterne alcuna, in ciò che custodisce un segreto ancora non svelato: la promessa di una bellezza che si concili con l’ambiente che ci circonda è il perno attorno a cui ruota l’intera collezione.
“Tutto ciò che è fondamentale alla nostra esistenza è invisibile. Questo è per me un’esortazione ad andare sempre verso ciò che non si conosce e a cercare la bellezza in-visibile.
E se anche l’abito racchiudesse in sé un segreto, un mistero da svelare, un’identità destabilizzata? Se scomponessimo la forma in più forme semplici per risalire alla forma prima che la contiene, alla sua essenza?”
La neo designer prova a rispondete a queste domande indagando le strutture nascoste di un abito per creare nuove declinazioni. Grazie alla sperimentazione della BACTERIA PRINT, si crea l’anello di congiunzione tra biotecnologia e design, tra scienza e arte, e l’invisibile diventa visibile: batteri non patogeni, batteri della terra dipingono i tessuti naturali della collezione creando nuances libere e creative. La natura non è più oggetto di stampa, ma soggetto attivo. È la natura a dipingere i tessuti”.
Andrea Annarita Mazza – Entrano tuti senza bussare
La collezione punta al riuso di scarti- nell’ottica di ridurre la pressione sull’ambiente e sul clima derivante dal tessile - con capi caratterizzati dal patchwork, da linee caotiche ma sinuose e di grande impatto visivo, da accostamenti di colori morbidi ma contrastanti. L’abito riformato per il cittadino del XXI secolo, insomma: un luogo per esistere senza distinzione di classe, genere, età; un dispositivo termoregolante pronto ad affrontare le mutevoli sfide climatiche; una struttura che si rapporta allo spazio in maniera mutevole e flessibile.
Si sviluppa in due flash: da una parte, il Pack Ability, con una sequenza di outfit dalla funzionalità totale in cui ogni pezzo si richiude su sestesso, diventando un piccolo pacchetto; grandi parka, colmi di tasche e taschine, ma soprattutto con grandi aperture sul dietro rifinite da coulisse chepermettono di avvolgere e racchiudere l’intero capo, come una sorta di sacchi a pelo, comodi da portare con sé grazie a fasce regolabili.
Dall’altra parte, il Thermoregulator in cui ogni capo costituirà uno strato che si potrà aggiungere o togliere, assemblandolo agli altri, consentendo la regolazione della temperatura corporea: è il caso del “completo felpa pantalone t-shirt”, termoregolante grazie ad un meccanismo di zip al centro sul davanti e sul dietro che, facendo aprire in due partiprecise il capo, permettono di inserire in entrambe le porzioni un’altra metà del capo stesso, dando vita ad una felpa composta da due felpe. E così via per il restodegli indumenti.Completano la collezione i “capi spalla” che racchiudono il corpo all’interno di involucri che lo proteggono e lo riscaldano, dedicati a coloroche abitano la “faccia nascosta” della nostra società, quella fredda e buia dei “senza tetto”, dei clochard... coloro che hanno suggerito ed a cui è ispirato l’intero progetto, rivisitazione estetica di quella che è la loro natura e il loro modo diesprimersi ed essere.
Luca Bianco - LAGRANDE: SISTEMA
Tempi Moderni. Stritolato dalla meccanizzazione, l’uomo contemporaneo scrive il nuovo manifesto del funzionalismo. La funzione spiega la forma e veste il moderno operaio: griglie intricate e apparati elettronici, naturale estensione del corpo, celebrano il lavoro.
Partendo da una riflessione sull’automazione e sul futuro, il progetto mira a sensibilizzare il pubblico sui possibili disagi dovuti a un progresso incontrollato, sull’impatto di una eccessiva fiducia verso l'automazione tecnologica, con una linea che mira a combinare la sartoria con l’elettronica. Il tutto grazie all’utilizzo di una invenzione italiana dalle mille applicazioni, la scheda programmabile ARDUINO: una forma estremamente basica di computer a cui si può impartire ordini e che, affiancata a dei servo motori, riuscirà a modificare - grazie a un sistema di cavi tiranti - la forma e l’usabilità del capo in base alle situazioni in cui l’utente si trova, dalle condizioni atmosferiche alla variazione di temperatura, dall’uso in spazi aperti al passaggio in spazi chiusi.
Accompagna il sistema una estetica che prende larga ispirazione dagli intricati macchinari che ci circondano ogni giorno e che non notiamo più. Il riferimento artistico sono invece alcuni capisaldi della fumettistica e dell’animazione nipponica, sintonici con la critica al progresso incosciente, con l’illuminazione di quello che appare un futuro distopico.
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