RICONOSCIMENTO ALLA CUCINA ITALIANA COME PATRIMONIO UNESCO: ANCHE TIPICITÀ HA CONTRIBUITO!
Un traguardo storico che passa anche da Fermo: il Festival marchigiano tra i protagonisti del percorso che ha portato l'Italia sul tetto del mondo
È la prima volta che viene premiata una tradizione culinaria nella sua globalità, superando l'approccio dell'UNESCO che in passato aveva riconosciuto singole pratiche, come l'arte del pizzaiolo napoletano o la dieta mediterranea. Questa volta, invece, a New Delhi, la cucina italiana è stata riconosciuta come una «miscela culturale e sociale di tradizioni culinarie», un sistema vivente fatto di gesti, saperi e rituali che si tramandano di generazione in generazione.
E in questo percorso luminoso che illumina l'Italia intera, c'è anche la firma di Fermo e del suo Tipicità Festival. Un contributo che parte da lontano e che il Sindaco Paolo Calcinaro rivendica con orgoglio: "Questo riconoscimento passa anche per il lavoro intenso che abbiamo fatto con Tipicità in questi anni. Un impegno concreto che ci ha portati ai quattro angoli del mondo".
Da Fermo al mondo: la diplomazia del gusto
Il viaggio di Tipicità verso l'UNESCO inizia nel 2016, quando il Festival porta la Settimana della Cucina Italiana nel Mondo negli Emirati Arabi, in Albania, Canada, Tanzania e Giappone. Non semplici eventi promozionali, ma vere ambasciate della cultura gastronomica italiana, capaci di raccontare come il cucinare all'italiana «favorisce l'inclusione sociale, promuove il benessere e offre un canale per l'apprendimento intergenerazionale».
Ma il momento cruciale arriva nel novembre 2023, a Parigi, dove Tipicità organizza la serata ufficiale di presentazione della candidatura italiana. Un evento di alto profilo istituzionale, con il Governatore delle Marche Francesco Acquaroli, l'Assessore Andrea Maria Antonini, il Ministro Francesco Lollobrigida e il suo omologo francese. Non una semplice cena, ma un manifesto politico-culturale che ha messo le Marche al centro della strategia nazionale.
Più che cibo: un ecosistema di valori
Angelo Serri, direttore di Tipicità, coglie il significato profondo di questo riconoscimento: "Le missioni in giro per il mondo ci hanno confermato che il cibo rappresenta molto più del cibo stesso. Il mondo vuole essere partecipe dell'esperienza italiana, immergersi nel nostro stile di vita".
L'UNESCO sottolinea che non è un singolo piatto ad essere tutelato, ma l'intero sistema della cucina italiana, inteso come patrimonio vivente fatto di pratiche, ritualità, rispetto della stagionalità e trasmissione di saperi. Un sistema che include il pranzo della domenica, i momenti conviviali delle feste, la capacità di trasformare ingredienti semplici in esperienze condivise.
Il primato italiano nei riconoscimenti alimentari
Con questo riconoscimento, l'Italia conquista il record mondiale di riconoscimenti UNESCO nel settore agroalimentare in proporzione al numero dei riconoscimenti complessivi ottenuti. Delle 21 tradizioni italiane iscritte nella Lista dei patrimoni culturali immateriali, ben 9 sono legate al cibo: oltre alla cucina nella sua interezza, ci sono l'arte dei pizzaioli napoletani, la transumanza, i muretti a secco, la vite ad Alberello di Pantelleria, la dieta mediterranea, la cerca del tartufo.
Un primato che ha un valore che va oltre il prestigio: il settore della ristorazione italiana ha generato nel 2024 oltre 40 miliardi di euro, con una crescita del 12%. L'export agroalimentare ha toccato i 68 miliardi, in crescita dell'8%, confermando che cultura e economia, in Italia, viaggiano insieme.
Dalle missioni internazionali al Festival di marzo
Il percorso di Tipicità non si è fermato a Parigi. Le recenti missioni all'Expo di Osaka e in Argentina - con tappe a Bahia Blanca, Buenos Aires e Ushuaia - hanno continuato a tessere quella rete di relazioni culturali che fa della cucina italiana un linguaggio universale. "Produciamo piatti straordinari, abiti incredibili, auto da sogno - sottolinea Serri - L'Italia è uno scrigno di tesori che il mondo vuole scoprire e di cui vuole far parte".
Ora l'appuntamento è fissato a Fermo, dal 6 all'8 marzo 2026, per la trentaquattresima edizione di Tipicità Festival. Un evento che, alla luce del riconoscimento UNESCO, assume un significato ancora più profondo: non più solo una vetrina di eccellenze, ma un luogo dove si celebra e si trasmette quel patrimonio immateriale che l'umanità intera ha riconosciuto come proprio.
"L'organizzazione è in pieno fermento - conclude Calcinaro - per rendere ancora una volta Fermo il centro delle 'traiettorie indigene' che parlano di qualità e territorio, restituendo ai visitatori l'ecosistema del bello e del buono che ci caratterizza". Un ecosistema che ora, grazie all'UNESCO, ha una tutela internazionale e una responsabilità ancora più grande: quella di custodire e tramandare un patrimonio che appartiene all'intera umanità.

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