NON FACCIAMO GLI SPIRITOSI!
Franco Cavallero e il suo Gin Agricolo: una storia di coraggio, ambizione e dedizione che conquista il mercato tedesco e le classifiche di Falstaff
Possiamo dire che questa è l’era del gin. Ha fatto innamorare tutti, anche chi era fedele al suo drink rodato da anni, ora propone agli amici “gin tonic stasera?”. Il gin scorre tra le vie delle città e dei piccoli centri italiani e un po’ anche nelle vene di alcuni produttori di spirits dello stivale.
Uno di questi è Franco Cavallero, classe ’68, vignaiolo e distillatore piemontese con le radici ben piantate a Scurzolengo in provincia di Asti, ma dallo spirito cosmopolita. Ha capito le potenzialità di questo spirit nei suoi viaggi e dopo tanti assaggi e ricerche ha iniziato la sua produzione nel 1993, quando nei menù dei bar non erano presenti né il gin tonic e neppure il gin lemon. Cavallero ribolle di idee innovative, rivoluzionarie e ferventi, proprio come un alambicco.
Ma è nel 2016 che nasce il concetto di Gin Agricolo, che rappresenta la sublimazionedella filosofia di Franco Cavallero. La necessità di utilizzare prodotti del territorio lo hanno spinto ad autoprodursi le botaniche da infondere nei suoi spirits. L’idea del Gin Agricolo si rifà al Rum Agricole francese che implica uno sguardo attento a tutta la filiera produttiva.
Ed è proprio la versatilità del savoirfaire italiano ad essere premiata dalla rivista tedesca Falstaff con il primo posto nella classifica gin con il suo Gin Agricolo Blagheur, accanto a un’altra distilleria italiana, Ginarte.
Quella di Franco Cavallero è una storia di duro lavoro, di ricerca costante degli ingredienti e di sfide colte e affrontate con entusiasmo, che viene celebrata, non solo da premi internazionali, ma anche dagli italiani che lo scelgono con la garanzia di bere un prodotto unico e particolare.
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