RAPTUS&ROSE, LA MODA LIBERATA DI SILVIA BISCONTI E IL DÉFILÉ DELLA RINASCITA
La forza dirompente di una donna che sa raccontare come i vestiti siano in grado di divulgare emozioni e sensazioni, viaggi ed esplorazioni.
Dal 2013 Silvia Bisconti, con il suo progetto Raptus&Rose LA MODA LIBERATA, narra con i suoi abiti una vita fatta di studio e di viaggi in giro per il mondo alla ricerca della Bellezza fuori dalle regole. I dettagli ricercatissimi delle sue opere sono frutto di storie importanti, di esperienza nel settore della moda e di ricerche raffinate, di tradizioni e di culture incontrate in diverse parti del globo.
Il marchio nasce dopo un importante e fitto curriculum di collaborazioni in case di moda come Romeo Gigli e Malìparmi. Dopo una ventennale esperienza sul campo, Silvia decide di «liberare la moda» per dar vita al proprio progetto narrativo-sartoriale: Raptus&Rose fa dei fili e delle stoffe un pretesto per raccontare storie senza confini.
Un atelier di moda non convenzionale, custodito a Belluno in una vecchia tipografia dalle grandi vetrate dove si creano, si immaginano e si raccontano nuovi modi di vedersi e di vestire.
Nel suo luogo “fiorito” di trasformazione, ricerca e invenzione, con il suo team produce creazioni di alta qualità Made in Italy per donne comuni, ma sempre alla ricerca di pezzi originali. Raptus&Rose infatti consiste in piccole Limited Edition, modulate intorno a modelli dal taglio essenziale – pijama pant, cappottini, gonne fluide, maglie morbide – realizzati con cuciture sartoriali, preziosi ricami, tinture e stampe a mano.
Per la designer, il raptus è l’atto creativo per eccellenza, dove la base fondamentale è la rottura degli schemi della moda standard, infrangendo la logica commerciale che regola l’acquisto dei tessuti. Una scelta che l’ha portata a viaggiare alla ricerca del tessuto perfetto. La politica di Silvia è quella di visitare i luoghi che custodiscono la storia delle tessiture e dell’arte decorativa sartoriale e riscoprire la bellezza delle manifatture poco conosciute. Il luogo del cuore della designer è l’india, ma esplora tutti i paesi dove è possibile incontrare le eccellenze manifatturiere.
Vestiti che sanno emozionare chi li indossa e una capacità narrativa che passa anche attraverso la condivisione «social» dei suoi viaggi. Una carrellata di momenti condivisi tra stampi che decorano le stoffe con motivi complessi, colori vivi e tagli di tessuti preziosi. I 32 mila followers su Instagram, non sono clienti di un brand ma sono orecchie aperte e occhi spalancati su stories di fatture artigianali e processi decorativi e tessili di mondi lontani e del suo laboratorio artistico sartoriale. Fili narrativi intrecciati con ricerche, studi, viaggi e un concetto di bellezza come unica arma capace di superare la distanza dei social per trasformarli in un luogo di condivisione corale.
Ad essere fuori dagli schemi del mercato della moda non sono solo le sue creazioni, ma anche l’idea che LA MODA LIBERATA di Raptus&Rose esca fuori dalle logiche stagionali, vada ad inondare le strade, sfilando tra la gente in tante piazze libere ed aperte da Venezia, a Torino, a Pietrasanta, a Milano.
E’ proprio grazie a queste sfilate che l'associazione Oncologica San Bassiano Onlus di Bassano del Grappa ha voluto coinvolgere il brand in un progetto ambizioso, proponendo di far sfilare non solo le donne comuni, ma anche le loro pazienti oncologiche. Dal 2016 Silvia Bisconti ha fatto sua la sfida organizzando sfilate di moda con delle guerriere che stanno attraversando un periodo così faticoso della loro vita. Il format è stato esportato anche a Ventimiglia con Controtempo e a Vercelli con Lilt.
Il prossimo 28 giugno il défilé della rinascitaandrà in scena a Vicenza in piazza dei Signori alle ore 19.00, in collaborazione con l'Associazione Oncologica San Bassiano ONLUS e sarà aperta al pubblico. Pazienti, dottoresse e infermiere saranno messe sotto i riflettori e trattate come dive. L’obiettivo dell’evento è diffondere il messaggio che la malattia non debba essere un ostacolo alla ricerca della bellezza. La sfilata diventa un’esperienza terapeutica che avvia un percorso di consapevolezza di ciò che si può essere e si può fare. È un’esperienza straordinaria, insegna che l’amore per se stessi deve essere tutelato soprattutto nella fragilità della malattia. L’idea di una sfilata di moda nasce proprio dal desiderio di migliorare la qualità di vita delle donne seguite dall’associazione oncologica. È un evento che diventa un gesto di cura, che coinvolge le pazienti ma anche il personale sanitario che quotidianamente è impegnato nella cura della patologia tumorale.
Come dice Silvia: «la bellezza ci salverà».
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