VISIONARY PLACES, GAMBERO ROSSO PREMIA I DIECI RISTORANTI PIÙ VISIONARI D’ITALIA. LA LOMBARDIA NEL PODIO CON DUE INSEGNE: IO DI PIACENZA E FONDAZIONE PRADA DI MILANO

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Insieme ad Artribune e Feudi di San Gregorio, prende avvio la prima edizione del riconoscimento che celebra l’eccellenza e la capacità imprenditoriale nell’offrire un’esperienza gastronomica di altissimo livello, capace di coniugare arte, innovazione, design, responsabilità sociale e ambientale   

Sono perle rare nella ristorazione italiana, esempi di creatività culinaria e artistica che si combinano per offrire un’esperienza completa e unica: i dieci locali italiani premiati in questa prima edizione del neonato progetto Visionary Places presentato oggi nell’esclusiva cornice delle Gallerie d’Italia a Napoli, museo di Intesa Sanpaolo. Ideata da Gambero Rosso, Artribune e Feudi di San Gregorio, cantina d’autore di Sorbo Serpico in provincia di Avellino, l’iniziativa vuole individuare e valorizzare le proposte più visionarie che hanno saputo generare un impatto positivo sul territorio e sull’intera comunità. Diversi per posizionamento geografico, orizzonte gastronomico di riferimento e ambizioni, in comune tutti i ristoranti selezionati hanno una serie di valori identificati dai tre partner e racchiusi in un manifesto: si va dalla visione imprenditoriale alla capacità di generare benessere, dall’offerta gastronomica all’innovazione, fino al rapporto con arte, architettura e design.  

Conquista due dei dieci posti la Lombardia, distinguendosi con due eccellenze: l’IO Luigi Taglienti di Piacenza, arrivato sul podio con la medaglia di bronzo e La Torre della Fondazione Prada. 

  • IO Luigi Taglienti: nasce nell’ex falegnameria annessa al complesso di Sant’Agostino, riqualificato dalla gallerista Enrica De Micheli e oggi sede della galleria d’arte Volumnia, il ristorante di Luigi Taglienti aperto dall’estate 2022. Con l'adiacente galleria condivide tanti pezzi di design, tra i più importanti e noti del Novecento, lampade d'autore e uno stile nitido in dialogo fecondo con la cucina, che guarda alla migliore tavola classica, che vive di spinte contemporanee anche molto audaci, ma sempre comprensibili; 
  • La Torre di Fondazione Prada: occupa il sesto e settimo piano della Torre progettata da Rem Koolhaas per Fondazione Prada, il ristorante e cocktail bar del polo culturale ospitato in una ex distilleria degli inizi del Novecento, con una vista sullo skyline della città tra le più belle di Milano. All’interno, arredi di design e opere d’arte sono allestiti in coerenza con l’estetica del luogo e la visione della collezione esposte ai piani sottostanti (bonus sono i piatti d’artista realizzati appositamente per il ristorante). In cucina, dopo una prima fase di rodaggio, nel 2020 è arrivato Lorenzo Lunghi (scuola Pierangelini), che ha reso anche l’esperienza gastronomica meritevole di visitare la Torre, come lo è il Bar Luce, ideato da Wes Anderson per omaggiare i vecchi caffè milanesi. 

Per selezionarli è nato un vero e proprio comitato scientifico, che riunisce rappresentanti del mondo della gastronomia, dell’arte e della cultura: accanto a Gambero Rosso e Artribune, il direttore creativo del Gruppo Tenute Capaldo - Feudi di San Gregorio, Ella Capaldo, l’artista e appassionato “conoscitore” enogastronomico Gabriele De Santis, l’AD di MondoMostre Simone Todorow, ed Emilia Petruccelli, co-fondatrice di Galleria Mia a Roma e fondatrice di EDIT Napoli. 

“Questo progetto ha il dono di legare tra loro luoghi di ristorazione distinti ma accomunati dalla bellezza a servizio della accoglienza” commenta Paolo Cuccia, Presidente di Gambero Rosso e di Artribune. “Quella bellezza che appartiene all’arte, al design e alla cultura ma anche all’indiscutibile fascino del vino e del cibo per generare esperienze uniche nella clientela. Gambero e Artribune, piattaforme leader nella multimedialità enogastronomica e della cultura, sono onorate di avere contribuito a creare questo format e a selezionare i vincitori di questa prima edizione che ci auguriamo inauguri un lungo percorso”. 

Aggiunge Antonio Capaldo, che guida Feudi di San Gregorio “con questo progetto - a cui tengo molto - puntiamo a porre l’accento ad uno stimolo che oggi vive il settore della ristorazione: affiancare l’eccellenza della cucina con la qualità della sala e dell’accoglienza e la cura degli ambienti, puntando ad un’idea di bellezza a 360 gradi. Certamente ci sono piatti di grandi chef che restano nella memoria, ma si ricordano con altrettanta intensità l’eleganza di una sala e l’attenta discrezione di chi la anima. Chi è in grado di combinare ogni aspetto di questo straordinario e difficilissimo mestiere regalerà delle esperienze indimenticabili ai suoi clienti e ci fa piacere poterli premiare oggi”. 

Gli altri 8 ristoranti, parte della top ten sono: 

  • Luminist di Napoli, vincitore 
  • SanBrite di Cortina d’Ampezzo (TV) 
  • AlpiNN – Food Space & Restaurant a Kronplatz (BZ) 
  • Il Sale di San Vincenzo (LI) 
  • Arnolfo a Colle Val d’Elsa (SI) 
  • Mazzo a Roma 
  • Ninù a Roma 
  • Vettor a Bari 

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